L’estate 2018 ha visto un’importante avvicendamento alla direzione della Fondazione Gesù Divino Operaio: dopo 17 anni di servizio in qualità di presidente della Fondazione, don Antonio Allori lascia l’incarico per dedicarsi esclusivamente alla guida della parrocchia di San Lazzaro di Savena (BO). Il suo testimone viene passato a don Massimo Vacchetti, già vice-economo della Diocesi di Bologna, designato a questo importante nuovo incarico dall’Arcivescovo Matteo Zuppi.

Il 23 settembre, tutte le Associazioni ed Organizzazioni presenti nel complesso di Villa Pallavicini, insieme a tantissimi amici di Fondazione GDO, si sono ritrovate nel parco della Villa per celebrare insieme la Santa Messa e condividere poi il pranzo, allestito sotto il lungo porticato del Villaggio della Speranza: una tavolata di 120 metri è stata protagonista di un abbraccio tra passato e futuro.

Le parole di Don Massimo, nuovo presidente di Fondazione GDO:

Anche per me e per l’intera opera della Pallavicini è giunto un tempo nuovo. Sebbene abiti da un anno, in questa ‘Cittadella della Carità’ come l’ha chiamata il Vescovo nel giorno del saluto a don Antonio, solo da qualche mese sto avvertendo la complessità e la bellezza di questo luogo. La festa di saluto e ringraziamento a don Antonio ha messo in evidenza la ricchezza delle realtà che operano all’interno di questo Villaggio, così periferico al punto da risultare appartato, eppure così centrale per la vita della città e della Chiesa di Bologna. Una molteplicità di opere e associazioni che, a partire da Cristo, hanno a cuore la persona umana. Questa “città della carità” è una straordinaria realtà in cui si sprigionano risorse meravigliose per raggiungere tante fragilità e tanti volti. Eppure, è colpita da un virus: il virus dell’autosufficienza e spesso dell’indifferenza. La sfida è la comunione. Per essere più missionari – dice l’Arcivescovo – la strada è la comunione. Su questa via, muovo i miei primi passi. Il Natale vicino sia un’occasione per ritrovarci, come le statuine del presepio, lungo la stessa strada che porta alla mangiatoia di Betlemme.